Come nasce un oggetto di design, lui lo sapeva bene: «Dalle chiacchiere, perché il design è un fiume in piena di parole, un dialogo fra competenze. Chiacchiero con chi produce: l’operaio, il tappezziere… Sono loro che conoscono ogni segreto tecnico». E ancora: «Latino e greco, studiati al Liceo Classico, mi hanno fatto percepire il senso dell’essenzialità. In poche parole, Tacito diceva come stavano le cose». Vico Magistretti (1920-2006): ovvero 800 icone del design progettate, di cui la gran parte ancora in produzione, parlava di sé e del suo lavoro con gioiosa umiltà. La poltroncina Carimate, primo pezzo progettato nel 1960, piacque talmente tanto ai Beatles da tradursi in un simbolo della Swinging London. Ma lui, anni dopo, confidò che l’aveva semplicemente disegnata per il Golf Club di Carimate, perché le sedie d’importazione di Alvar Aalto e Arne Jacobsen costavano troppo. E la lampada Eclisse, vincitrice del Compasso d’Oro ’67? Un bestseller schizzato a biro su un biglietto del tram. Se un’idea gli balenava in testa, Magistretti la stoppava subito sul primo pezzo di carta che gli capitava a tiro. Così, spontaneamente.

Milanese di quelli distinti, dall’aplomb britannico (Londra, città del cuore, lo ricambiò con una cattedra al Royal College), sempre pronto al sorriso, ha incarnato l’operosità lombarda del dopoguerra. Allievo razionalista di Ernesto Nathan Rogers, nel ’45 si laurea in Architettura al Politecnico di Milano ed entra nello studio del padre Pier Giulio. Medaglia d’oro nel ’51 alla IX Triennale, nel ’56 è tra i fondatori dell’Associazione per il Disegno Industriale. Concreto e anti-decorativo («Il 5% del lavoro è ispirazione, il 95% sudore e fatica»), documenta architettonicamente il “boom economico” progettando abitazioni per l’imprenditoria emergente come Casa Bassetti ad Azzate, nel Varesotto e il Quartiere Milano San Felice. Ma sono in particolare gli oggetti e i complementi d’arredo a promuoverlo maestro del design internazionale: le lampade Chimera e Atollo (’66 e ‘77), le sedie Selene e Silver (’69 e ‘89), il divano Maralunga (’73), la libreria Nuvola Rossa (’77), il letto Natalie (’78), il tavolo Vidun (’87, in dialetto milanese “grossa vite”), la sedia Maui (‘96)… «Un buon oggetto di design deve durare almeno 100, 150 anni», diceva. I suoi, di oggetti, si sono guadagnati l’eternità.

Fondazione studio museo Vico Magistretti
via Conservatorio 20,
 Milano
Ingresso da via Vincenzo Bellini 1, citofono: “Studio Magistretti”
tel. 0276002964
Orari d’apertura al pubblico, senza prenotazione, biglietto € 5: martedì dalle 10 alle 18, giovedì dalle 14 alle 20. Ultimo sabato del mese, dalle 11 alle 15 ingresso gratuito

Foto: Lampada da tavolo Eclisse, 1967
Poltroncina Carimate, 1960
Libreria Nuvola Rossa, 1977, © Cassina
Tavolo Vidun, 1987, © De Padova
Divano Maralunga, 1973, © Cassina
Vico Magistretti, © Fondazione studio museo Vico Magistretti