Ambientato a oggi e diretto da Juan Diego Botto, attore argentino naturalizzato spagnolo, Tutto in un giorno racconta e intreccia le storie di 3 famiglie nel corso di una lunga giornata madrilena, all’indomani della crisi finanziaria e pandemica. Tutto ciò, inevitabilmente, non fa che ripercuotersi sulle relazioni personali: nei rapporti di coppia e nel legame fra genitori e figli. I 3 protagonisti del film sono in un modo o nell’altro condizionati da uno sfratto (in Spagna se ne registrano 41.000 all’anno, più di 100 ogni giorno) e hanno solo 24 ore di tempo per risolvere una situazione destinata a cambiare per sempre le loro vite.

C’è Rafa (Luìs Tosar), avvocato attivista che deve scegliere tra l’impegno sociale e i suoi cari. Tutto il tempo che dedica ai più bisognosi lo sottrae infatti alla famiglia, che cade letteralmente a pezzi davanti ai suoi occhi increduli. Quella mattina, pur di rimediare a un’ingiustizia alla quale ha assistito, anziché accompagnare il figliastro in gita inanella una serie di ritardi e di bugie che lo porteranno sempre più vicino al baratro.

Ci sono Azucena (Penélope Cruz) e suo marito (lo stesso Botto), che hanno invece investito tutti i loro risparmi nell’acquisto di una casa. La perdita del lavoro di lui e i ripetuti, inutili colloqui con impiegati di banca che pensano solo alle procedure prestabilite, sono problemi difficilissimi da superare. Azucena, però, ha dalla sua parte un gruppo di persone che l’accompagnano e l’affiancano nel tentativo di sbloccare lo sfratto e di non rimanere in mezzo alla strada.

E poi c’è Teodora (Adelfa Calvo), un’anziana donna che finge che vada tutto bene pur di non causare preoccupazioni. Ma è sola e il suo unico figlio non risponde alle sue chiamate. Lei e il marito lo avevano aiutato dal punto di vista economico prima dello scoppio di quella crisi che ha annichilito le speranze del ragazzo che ora vive di stenti evitando, per la vergogna, la madre.

Juan Diego Botto ci fa riflettere su come sia cambiato il mondo negli ultimi anni. I problemi economici allontanano, accendono rivendicazioni, causano vergogna, scatenano accuse. Azucena, ad esempio, sarebbe disposta a tutto pur di non perdere la casa. Nè si fa scrupolo di organizzare un picchetto insieme alle sue compagne di fronte alla banca che non ha alcuna intenzione di darle ascolto. Suo marito, invece, trascorre il tempo a bere e a svolgere lavori che lo pagano una miseria. Non fa altro che commiserarsi e disapprovare la ribellione della moglie contro il sistema.

Rafa, dal canto suo, ha a che fare con il “sistema ” ogni giorno; e fa del suo meglio per non lasciare indietro nessuno. Segue i suoi assistiti come fossero i suoi familiari, dimenticando che una famiglia ce l’ha già: è in attesa di un figlio, ha un figliastro con cui non va d’accordo e la sua compagna gli fa chiaramente capire che così la loro relazione non può funzionare.

Tutto in un giorno è un film di denuncia duro, realista e commovente, con un gruppo di attori uno più bravo dell’altro e la scena finale, con Penélope Cruz che urla «Vergognatevi!» ai poliziotti incaricati di sfrattarla, semplicemente superlativa.