Se fate una ricerca su Wikipedia, scoprirete che il multi-talented Stefano Bollani (milanese, classe 1972) non solo è un pianista jazz di fama mondiale ma anche un compositore, un cantante, uno scrittore, un attore teatrale, un umorista e uno showman (gli ultimi 2 ruoli gli riescono particolarmente bene).

Al Teatro Regio di Parma, in occasione di Natale Insieme – l’iniziativa della Fondazione Cariparma – è andato in scena il concerto gratuito intitolato Stefano Bollani – Piano Solo. Diciamo subito che quando lui sale sul palcoscenico, esprime la dimensione d’artista “sui generis ”: semplice nella sua autenticità (jeans, sneakers, la chioma d’argento domata da una coda di crespi ricci) e insieme divertente. Unici accompagnatori: 1 pianoforte gran coda laccato nero (nota bene: senza alcun spartito), 2 microfoni (1 in piedi per comunicare con il pubblico, l’altro per cantare). L’atmosfera intima, da salotto di casa, ricorda il programma televisivo Via dei Matti n° 0 che riprenderà il prossimo 18 dicembre su Rai 3 e rimarrà a disposizione su RaiPlay.

© Umberto Vitali

«La scaletta del concerto? La conoscerò solo io, per cui sarò libero di tradirla e non lo saprà nessuno», ha dichiarato alla Gazzetta di Parma. «La musica è un viaggio», è il suo modo d’introdurre la performance prima di sedersi al pianoforte. Inizia con un brano inedito, dedicato a Parma e improvvisato poche ore prima, chiedendo al pubblico suggerimenti sull’eventuale titolo. Poi vola con la musica a Reggio Emilia e in Lombardia.

Le sue dita iniziano a correre velocemente sui tasti spaziando da Bob Dylan a Claude Debussy; da Caravan di Duke Ellington, all’epopea del charleston di Yes Sir! That’s My Baby; dalle sue composizioni, a un excursus nella musica brasiliana che non può fare a meno della celeberrima Tico Tico di Zequinha de Abreu. Si prosegue con un blitz nel cinema dando il via libera a un estratto della colonna sonora del film Il Pataffio, che gli ha fruttato il David di Donatello come miglior compositore.

E siccome fra i suoi compositori favoriti c’è l’immenso Nino Rota, ecco la sublime magìa felliniana del tema di 8 ½. Ed è nostalgia canaglia, a seguire, con il rock progressivo degli anni 70 eseguito impeccabilmente unendo Impressioni di settembre della Premiata Forneria Marconi con Luglio, agosto, settembre (nero) degli Area.

Eleonora Tarantino con Stefano Bollani

In tutto 2 ore di concerto, inclusi i travolgenti bis. Fra gag a ripetizione e lezioni di piano, Bollani si mette a gigioneggiare coinvolgendo, guidando e correggendo il pubblico con il battito ritmato delle mani. L’applauso si fa lungo e scrosciante, lui prende carta e penna, domanda alla platea cosa vorrebbe ascoltare, prende appunti e improvvisa un folle, bizzarro medley imitando con stupefacente bravura la voce di Paolo Conte per collegare i vari pezzi: da People From Ibiza a Jesus Christ Superstar, fino a un’incredibile versione di With Or Without You degli U2 che si trasforma, alla toscana, in M’è morto i’ gatto.

Con quella memoria musicale che impressionante è dire poco, Stefano Bollani ti incanta e ti ipnotizza, saltella sulla sedia quasi in sospensione, i piedi sono strumenti percussivi, le dita sprigionano note musicali intervallate dai gomiti premuti sui tasti bianchi e neri. L’atmosfera si fa incandescente, le emozioni prendono il sopravvento,  io non riesco più a trattenermi e gli grido … «Genio!».