È una leggenda vivente del fumetto underground. La coscienza critica, satirica, sovversiva dell’American mainstream. Ogni volta che qualcuno gli liscia il pelo snocciolando mirabilie sul suo stile, lui risponde che è tutto merito dell’LSD che s’è schiaffato a dosi industriali quand’era giovane. Adesso che di anni ne ha (miracolosamente) raggiunti 69, Robert Crumb se la sta vivendo che è una meraviglia. Nel 1993, infatti, ha detto addio a San Francisco per trasferirsi nella Francia del sud, in un minuscolo villaggio vicino a Sauve, dove fra una “comic strip” e l’altra («La mia esistenza è costruita attorno al disegno. Se non disegno mi sento un poveruomo alla deriva») suona il banjo e il mandolino con Les Primitifs du Futur. Nelle sue storie pubblicate e tradotte più o meno ovunque (in Italia da Milano Libri e Stampa Alternativa, nonché da riviste come LinusFallo! e Re Nudo), Robert Crumb ha sfidato e oltrepassato i limiti del fumetto esplorando la famiglia, il sesso, la musica, il movimento hippie, il denaro. Ma la fonte d’ispirazione più grande è lui stesso: pronto a mettersi a nudo e a relazionarsi con le proprie ossessioni, i rapporti con le donne, il significato della vita. Temi di volta in volta trattati con punti di vista crudeli, ma sempre e ostinatamente umoristici. Disegna, l’ossuto americano nato a Philadelphia, dalla tenera età di 7 anni. Strizzando al massimo il suo curriculum: nel ’59 e nel ’67 tratteggia con la sua velenosa matita Fritz the Cat Mr. Natural. Nel ’68, all’apice della “hippie explosion” californiana, assapora il primo successo dando alle stampe la rivista Zap Comix – voce della “counterculture” con tanto di dicitura “Fair Warning: For Adult Intellectuals Only” – da distribuire sui marciapiedi di Haight-Ashbury, quartiere della Summer of Love di San Francisco. Negli Anni ’80 dirige Weirdo e si mette a illustrare gli scritti di Charles Bukowski e Jean-Paul Sartre. Nei ’90, è il turno della “graphic novel” intitolata Introducing Kafka (su testi di David Zane Mairowitz) e delle 2 raccolte di disegni Art & Beauty. Nel 2009, dopo 4 anni di duro lavoro pubblica The Book of Genesis (stampando in copertina “Adult Supervision Recommended for Minors“) per manifestare perplessità e malumori nei confronti della Bibbia. Nel 2011, il libro Parle-moi d’Amour (Drawn Together) sottoforma d’intimo diario illustrato, è infine il frutto della collaborazione con la moglie Aline iniziata nel ’72.
Che Robert Crumb e la Francia si amino appassionatamente fin dal 1970 (quando i suoi disegni apparvero per la prima volta su Actuel) è ormai acclarato. Tant’è che Parigi lo sta santificando con Crumb. De l’Underground à la Genèse, retrospettiva “monstre” con più di 700 disegni realizzati dal ’60 a oggi, schizzi disponibili su tavolette digitali, oltre 200 riviste sotterranee e il documentario Crumb girato nel ‘94 daTerry Zwigoff. Robert Crumb è uno, nessuno, centomila. È al tempo stesso folle progettista, cronista degli hippies, icona del fumetto alternativo, comico, provocatore, autobiografo, maniaco sessuale, nostalgico, illustratore della Genesi. Le sue storie, fulminanti e volutamente sprovviste di freni inibitori, attaccano negli Anni ‘60 il perbenismo d’America a colpi di sesso, violenza, droga, gusto dell’assurdo, brivido del nichilismo. Quando l’LSD gli cambia radicalmente la percezione del mondo s’inventa Mr. Natural, guru che sputa aforismi sui mali dell’universo convinto com’è che il misticismo e la vita naturale siano le uniche vie per raggiungere la salvezza. Quando il sesso si trasforma in ossessione, si mette a ritrarre femmine forti e muscolose che incarnano le sue fantasie sessuali: Angelfood McSpadeche evoca Joséphine Baker, la selvaggia Yetigirl, la ninfomane Harriet Hotpants, la demoniaca Devil Girl. E sono tanti, gli eroi tutt’altro che raccomandabili di certi fumetti a un passo dalla tripla x: il sessuofobico, libertino Fritz the Cat (ispirato al gatto di quand’era adolescente), capace di mixare l’immaginario delle favole infantili coi difetti dei brufolosi minorenni dei Sixties; Flakey Foont, incarnazione dell’egocentrismo nevrotico; Whiteman, esempio lampante delle frustrazioni piccolo borghesi del “white collar” americano…

La sezione della mostra che lo identifica meglio è Crumb par Crumb. Ad emergere, cioè, è il pioniere dell’autobiografia a fumetti: che sale sul palcoscenico dalla prima pagina del numero zero di Zap Comix coi suoi esilaranti monologhi che lo svelano pieno di complessi, senza pudore, perverso, vile, infedele, egocentrico. È qui che si porta addosso il peso di tutte le miserie del mondo, incarnando la decadenza fisica e morale dell’uomo bianco. Last but not least, la musica. Da accanito collezionista di dischi a 78 giri (ne possiede più di 6.000, raccolti da quand’era sedicenne), Robert Crumb ha spesso e volentieri riempito i suoi fumetti di riferimenti al blues, al country, al bluegrass, al cajun e al jazz degli Anni ’20 e ’30. Ma quando a chiamarlo è stato il rock, si è messo sull’attenti e ha disegnato le copertine di Cheap Thrills (1968) di Big Brother and the Holding Company con Janis Joplin “lead vocalist”, e di The Music Never Stopped: Roots of the Grateful Dead (’95). «La musica, per quanto mi riguarda, è uno dei massimi piaceri insieme al sesso», ha dichiarato con una punta d’orgoglio. «Addirittura più dell’arte, perché è un piacere molto più immediato e sensuale». Diavolo d’un Crumb. Te la sei proprio meritata, una mostra così.

Crumb
De l’Underground à la Genèse
Fino al 19 agosto 2012, Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris, avenue du Président Wilson 11, Parigi
tel. 0033-1-53674000
Catalogo Éditions Paris Musées, € 30

 

Foto: L’amazone aux tresses, 2007-2011, Collection Paul Morris et Sam Grubman, New York
Fritz the Cat, Belier Press, 1978
Pochette de disque Cheap Thrills, Big Brother & The Holding Company, Columbia, 1968, Collection particulière
© Robert Crumb