Più di 500 sculture in marmo, bronzo, gesso. Dipinti, pastelli, schizzi per affreschi. Una straordinaria raccolta di opere d’arte realizzate da Eugène Delacroix, Eugène Carrière e Auguste Rodin.
Studio-museo nel cuore del 14° arrondissement di Parigi, a pochi passi dalla Gare Montparnasse, il Musée Bourdelle dedicato all’opera del celebre scultore francese Antoine Bourdelle, nativo di Montauban, ha riaperto le porte lo scorso 15 marzo. I 2 anni di ristrutturazione realizzata nel rispetto del patrimonio architettonico, hanno previsto non solo il restauro dell’atelier dello scultore, ma anche una nuova scenografia e una gamma di supporti ideati per offrire ai visitatori una migliore comprensione della sua arte.
Contemporaneo e assistente di Auguste Rodin, Bourdelle ha lasciato un segno indelebile nella Ville Lumière. Dopo essersi diplomato all’École des Beaux-Arts nel 1884, si è trasferito 23enne nella capitale francese e vi è rimasto fino alla morte avvenuta nel 1929.
Tornando al restyling museale, merita una visita approfondita la sala riservata alle tecniche, con tanto di esposizioni incentrate sulle fasi di realizzazione delle sculture e sui mestieri dell’atelier. Qui è possibile scoprire come viene creata un’opera d’arte grazie a una parete di “manipolazioni ” che abbinano le opere originali al tatto, ai materiali, al gioco, al suono e ai dispositivi digitali.
Ma il Musée Bourdelle non si è certo dimenticato dei pensatori à la Rodin e degli appassionati d’arte classica, che saranno ben lieti di passeggiare lungo il giardino a fianco della strada dove sono esposte le 4 figure – Libertà, Forza, Vittoria, Eloquenza – del Monumento al Generale Alvéar, eroe argentino. Nel giardino interno, nel familiare labirinto dei suoi laboratori, è invece possibile scoprire i più bei bronzi bourdelliani.
Monumento al Generale Alvéar di Antoine Bourdelle
Annotazione finale, il caffè-ristorante chiamato Le Rhodia in omaggio alla figlia dello scultore, Rhodia Dufet-Bourdelle. Gestito con maestrìa dallo chef Jean-René Chassignol, propone un interessante menù etnico-contemporaneo con piatti che vanno dalla zuppa d’aglio che tanto piaceva allo scultore, a specialità sudamericane come il ceviche o le empanadas, fino ai classici boeuf bourguignon e remoulade di sedano rosa.
Moderno e al tempo stesso ricco di storia, Le Rhodia vanta fra le sue bellezze una sala progettata nel 1947 da Michel Dufet, famoso decoratore dell’Art Déco, dopo il suo matrimonio con la figlia di Bourdelle. Gli arredi, che utilizzano materiali scultorei come la pietra, l’argilla e il legno, sono stati concepiti con l’idea di ridare un carattere domestico alla location. Ma non mancano tocchi di design contemporaneo con le sedie di Olavi Hänninen e Pierre Gautier Delaye, nonché le luci realizzate nel laboratorio di Céline Wright, sulla Île Saint-Louis.
© Luigi Mantovani 2023