Conosco musicalmente Neil Finn da una vita. È nel 1977 del loro terzo Lp Dizrythmia, infatti, che entra a far parte degli Split Enz, maiuscola band post glam capitanata dal fratello maggiore Tim. Dall’85 al ’96, il singer-songwriter e chitarrista neozelandese (classe ’58) è frontman dei pluripremiati Crowded House (un “blockbuster” su tutti: il singolo Don’t Dream It’s Over), mentre come Finn Brothers incide con Tim il memorabile Finn (’95) e l’ottimo Everyone Is Here (2004). Da solista – e non penso di dire un’eresia se lo paragono a Paul McCartney – architetta un disco più bello dell’altro: da Try Whistling This del ’98 ad Out Of Silence del 2017, passando per One Nil (2001) e Dizzy Heights (2004). Fa storia a sé, accreditato come Neil Finn and Friends (gli amici sono fra gli altri Tim Finn, Eddie Vedder, Johnny Marr e Lisa Germano), l’album live 7 Worlds Collide (2002).
Il presente di Neil è una questione di famiglia. La storia di questo disco ha infatti avuto inizio a un matrimonio su un’isola greca: Lightsleeper si apre con un regalo fatto dal padre al figlio Liam nel giorno delle sue nozze con Janina. “Together, together” intona il coro del preludio intitolato Island Of Peace. “Tell us you love her”, verseggiano Neil & Liam. “Let love begin”… Inciso principalmente nello studio di papà ad Auckland, Lightsleeper si manifesta con l’ineffabile, elegantissima melodia di Meet Me In The Air e quegli euforici salti mortali di pianoforte e synth che rappresentano spesso la cifra stilistica della famiglia Finn (nel disco suonano anche Sharon, moglie di Neil e madre di Liam; ed Elroy, l’altro figlio della coppia). Mentre le voci di Neil e di Liam prendono a fondersi in un “unicum” che ha del prodigioso, appare subito evidente in Where’s My Room di come il talento lo-fi di Liam riesca a dialogare alla perfezione col genio pop di Neil ricavandone un “pastiche” che inanella musica da camera e perfino un pizzico di soul music. E se Anger Plays A Part e Listen hanno quel tocco di beatlesianità che non guasta proprio, Any Other Way è atmosfera, suono che respira, battito del cuore. E così via, di delizia in delizia, passando dalle celestiali orecchiabilità di Back To Life e Hiding Place, all’ispida e rumorista pop music di Ghosts; dal mood orientaleggiante intrecciato all’easy listening e al jazz (We Know What It Means), alla nuda semplicità di Hold Her Close. E al termine di Lightsleeper – che vede ospite in 3 brani il batterista Mick Fleetwood (nel 2018 Neil Finn ha suonato dal vivo coi Fleetwood Mac sostituendo Lindsey Buckingham) – ci si rende conto, con un padre e un figlio così, che confezionare un gioiello come questo è stato quasi ovvio.
Foto: © Russ Flatt
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