La Quietud è una grande tenuta nella campagna argentina, appena fuori Buenos Aires. Immersa, appunto, nella quiete, nasconde i segreti della famiglia che lì si ritrova riunita a seguito dell’ictus del patriarca. C’è Eugenia (Bérénice Bejo) che ritorna in patria dopo 15 anni per stare al capezzale del padre accanto alla madre Esmeralda (Graciela Borges) e alla sorella minore Mia (Martina Gusman). La loro riunione è la molla che smuove Il segreto di una famiglia: vecchi e nuovi traumi da affrontare e da risolvere; rivendicazioni e accuse che la distanza sembrava aver sopito; segreti che vengono a galla e mutano completamente la visione delle protagoniste, del loro mondo e del loro passato.

Questa vicenda tutta al femminile è diretta da Pablo Trapero, regista argentino pluripremiato in patria e fuori: svariati i suoi film presentati a Venezia e a Cannes tanto da ricevere nel 2015, primo fra i registi sudamericani, l’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere.

Il segreto di una famiglia affronta più temi: il rapporto fra le 2 sorelle, conflittuale e amorevole allo stesso tempo; il rapporto di entrambe con la madre: una adorata, l’altra mai voluta; il rapporto con l’altro sesso, tra fidanzati rubati e amori inconfessabili. Sullo sfondo c’è l’Argentina dei desaparecidos, degli anni bui di quella dittatura che i genitori tanto rispettati, stimati e amati sembrano aver seguito attivamente: La Quietud (e altre ricchezze) sono infatti arrivate ai coniugi attraverso passaggi di proprietà fatti firmare da uomini e donne tenuti segregati dal regime.

Ma è sovraccarico, questo film. E con troppi fili narrativi da seguire. Nonostante la buona prestazione delle attrici e del regista, l’intreccio è greve e piuttosto noioso. È dramma, commedia e anche thriller. Ricorda in molti passaggi quelle telenovelas con tanti, troppi piani da seguire: alcuni approfonditi male, al punto da lasciare in sospeso lo spettatore senza alcuna ragione. E la sceneggiatura “srotolata”? Potrebbe fare da linea guida a uno sceneggiato tv anni 80.

Foto: © BIM Distribuzione