Arriverà dal 24 settembre 2020 nelle sale cinematografiche italiane Genesis 2.0, il documentario presentato nella sezione World Cinema Documentary al Sundance Film Festival, realizzato dal regista e produttore svizzero Christian Frei (già candidato all’Oscar per il documentario War Photographer) e dal regista russo Maxim Arbugaev.
Quali sono in ambito scientifico i limiti che vengono imposti all’uomo? E se tali limiti venissero superati, quale sarebbe il prezzo da pagare? Sono i quesiti che vi rimarranno impressi nella memoria dopo aver visto Genesis 2.0, singolare punto di vista sul mondo della bioingegneria. Si tratta senza dubbio di un documentario intrigante e suggestivo, in grado di accendere riflessioni sui risvolti etici delle nuove frontiere della biologia sintetica che potrebbero trasformare l’uomo in un Creatore delineando un universo guidato da un indomabile orgoglio che arriverebbe perfino a sfidare la Natura e le sue leggi.
Puntualmente, ogni estate, decine di uomini abbandonano temporaneamente i loro villaggi nell’estrema Siberia Settentrionale per incamminarsi verso luoghi selvaggi: le remote, disabitate isole della Nuova Siberia. In questo inospitale arcipelago situato nell’Oceano Artico, questi cacciatori vanno alla ricerca del cosiddetto “oro bianco”: le antiche zanne di mammut. Operazione, questa, vieppiù facilitata dal riscaldamento globale che causando lo scongelamento del permafrost porta alla luce una quantità sempre maggiore di questi fossili. Il ritrovamento di una carcassa perfettamente conservata attira l’attenzione di alcuni scienziati genetici, interessati alla clonazione di questi animali preistorici fino a manipolare e addirittura creare la vita stessa.
Riscaldamento globale e genetica, vale a dire la prossima, grande rivoluzione tecnologica, s’incontrano così in Genesis 2.0, documentario fra i più avvincenti che mai siano stati girati.