Non è che Parigi negli ultimi anni abbia espresso granchè sul fronte del contemporaneo in ogni sua espressione. Puntate precedenti degne di nota: la Citè de la Musique, nel 19° arrondissement all’estremità del Parc de la Villette, progettata dall’architetto Christian de Portzamparc, inaugurata il 7 dicembre 1995 e integrata dal 14 gennaio 2015 alla Philharmonie de Paris di Jean Nouvel; e il Centquatre-Paris, sempre nel 19° arrondissement, centro multidisciplinare di arte, fotografia, nuovi media, cinema, teatro e danza diretto da José-Manuel Gonçalvès e inaugurato l’11 ottobre 2008 al 104 di rue d’Aubervilliers dove sorgeva l’ottocentesco servizio municipale di pompe funebri. Piuttosto deludente, viceversa, la Cité de la Mode et du Design inaugurata nel 2010, 3° arrondissement al 34 del quai d’Austerlitz, progettata da Dominique Jakob e Brendan MacFarlane sul sito dei Magasins Généraux.

Ma rendendosi conto che all’ombra della Tour Eiffel la Street Art ha fatto il botto definitivo (a confermarlo ci sono 4 indizi: la sempre più coesa e collaborativa pattuglia transalpina di street artisti che ce ne fossero così e altrettanti in Italia; il museo en plein air con 30 e più giganteschi murales che si rincorrono fra la rue Igor-Stravinsky vicino al Centre Pompidou, boulevard Vincent Ariol, rue Nationale, rue Esquirol e rue Jean d’Arc nel 13° arrondissement; gli oltre 1.400 mosaici di Invader disseminati sui muri metropolitani; la Urban Art Fair, in cartellone ogni anno al Carreau du Temple, al Marais), mi viene una gran voglia di gridare Paris s’eveille! dopo aver visitato Fluctuart, il primo centro di Urban Art (stencil graffiti di Banksy compresi) galleggiante al mondo realizzato da Gérard e Matthieu Ronzatti dello studio d’architettura Seine Design: 1.000 mq. su 3 livelli nel cuore di Parigi, inaugurato lo scorso 4 luglio e aperto tutto l’anno, 7 giorni su 7, da mezzogiorno a mezzanotte.

Raggiungete il 7° arrondissement che racchiude la grandeur di Grand Palais, Petit Palais, Les Invalides e Musée Rodin, percorrete il quai d’Orsay, quindi stoppatevi al Pont des Invalides, discendete le scale a livello Senna ed ecco questo museo galleggiante – Fluctuart si riferisce anche al motto di Parigi, “Fluctuat nec mergitur” (È sbattuta dalle onde ma non affonda), paradigmatico dopo gli attentati terroristici del 13 novembre 2015 – assemblato in poco più di 2 anni su una struttura modulare trasparente dopo essersi aggiudicato il bando Réinventer la Seine sul rilancio delle sponde del fiume attraverso la cultura e l’intrattenimento.

«Fluctuart è un luogo a immagine e somiglianza dei suoi artisti», puntualizza il direttore artistico Nicolas Laugero Lasserre. «Per la prima volta in Francia, appassionati e collezionisti di Urban Art, Street Art, post-Graffiti e culture urbane hanno la possibilità di incontrarsi in un centro dedicato a questo movimento. Qui, gli street artisti locali e internazionali saranno liberi di realizzare opere “site specific”. Non ho dubbi: Parigi è attualmente la capitale dell’arte urbana nel mondo, certificata fra l’altro dai murales più importanti di Banksy e di Obey».

Fluctuart si identifica nella collezione permanente documentando intrecci, molteplici visioni e svariate tecniche di lavorazione attraverso le opere iconiche dei protagonisti dell’arte urbana. In mostra pezzi pregiati (perlopiù provenienti da collezioni private) di Banksy, Blu, C215, Clet, Dran, Futura, Invader, Jonone, JR, Keith Haring, Mark Jenkins, Maxime Drouet, Pantonio, Quik, Rammellzee, Rero, Roa, Shepard Fairey (Obey), Speedy Graphito, Vhils. E si dà anche spazio alle esposizioni temporanee: prima in ordine d’apparizione, fino al 15 settembre, Time Capsule che vede coinvolta l’americana Swoon, classe 1977, stilisticamente influenzata dall’Espressionismo Tedesco e dal Teatro d’ombre indonesiano. Appassionata combattente per i diritti sociali in un ambito tradizionalmente dominato dal machismo e dalle attività ritenute illegali, crea un’umanità cartacea sottoforma di collage trasparenti.

Più che fornito il Bookstore completamente dedicato alle culture urbane (arte, fotografia, musica, contesti sociali) con cataloghi, testi critici e riviste nazionali e internazionali a cura di Le Grand Jeu, agenzia e libreria di Parigi (l’altro punto vendita è al 15 del Passage de Ménilmontant) che dal 2012 sviluppa progetti ed eventi sulla Urban Art per collettivi, istituzioni e aziende private.

Last but not least… mangiare e bere: al Bar, con un’ampia scelta di drink e cocktail; con piccoli catering, sia di giorno sia di sera, all’insegna del cibo fresco, gustoso, salutista. Fluctuart, infatti, si è appropriato dello street food rivisitando il concetto di contenitore sottoforma di bentō (il vassoio/contenitore della cucina giapponese) facilmente trasportabile per godersi le mostre e poi salire sul Rooftop ad ammirare il panorama della Senna mentre si gusta un pranzo, una cena o si sorseggia un aperitivo. Nel cuore, ça va sans dire, dell’arte urbana ai massimi livelli.

Fluctuart Centre d’Art Urbain
Pont des Invalides, port du Gros Caillou, Parigi
tel. 0033-6-337-67024437
Ingresso gratuito

https://it.france.fr/it

Foto: Fluctuart floating building
Permanent Collection
Bookshop
Swoon, Time Capsule, 2019
Shepard Fairey (Obey), Megaphone Obey, 2012
Banksy, Pedestrians, 2008
Banksy, CND, 2005
© Fluctuart
© Grégory Brandel