Scritto e diretto da Giulia Louise Steigerwalt (al suo 2° film dopo Settembre, per il quale ha ottenuto nel 2022 sia il David di Donatello sia il Nastro d’Argento come miglior regista esordiente), Diva Futura prende il titolo dall’agenzia dedicata al porno che Riccardo Schicchi fondò negli anni 80. La giovane, “per bene Debora Attanasio (Barbara Ronchi) viene assunta come segretaria proprio qui e la sceneggiatura del film si basa sul suo libro Non dite alla mamma che faccio la segretaria. Memorie di una ragazza normale alla corte del re dell’hard.

Diva Futura nasce per rivoluzionare i costumi di un’Italia ancora legata a doppio filo al perbenismo degli anni 50 e 60, facendo breccia nelle fantasie degli uomini e liberando le donne dalla convinzione che il sesso fosse qualcosa di sporco e di sbagliato. In un continuo viavai temporale, la regista ricostruisce l’ascesa e il declino dell’agenzia fino alla morte di Riccardo Schicchi (Pietro Castellitto) causata da un diabete cronico. Schicchi viene rappresentato come un maschio curioso di corpi femminili sin da piccolo, con una spiccata propensione per la libertà e per l’audacia. Nel corso degli anni, la sua attività nata per promuovere gli ideali dell’amore libero e della parità dei sessi viene meno, mostrandosi per ciò che è: un’irrealizzabile fantasia.

Con Castellitto recitano Denise Capezza (nel ruolo di Moana Pozzi), Tesa Litvan (Eva Henger) e Lidija Kordic (Ilona Staller), bravissime nell’esibire la gioia disinibita degli inizi, con il successo che ne derivava, nonché le perplessità e le difficoltà di entrare in un nuovo mondo di desideri non più solleticati, ma incarnati e feroci. La frase che più volte Schicchi pronuncia è «Noi siamo amorali, non immorali»: e sembra crederci davvero. Nelle sue intenzioni non c’erano lo sfruttamento (anche se di questo lo accuseranno i magistrati) e tantomeno la cattiveria; sembrava seguire davvero l’utopia hippie dell’amore libero.

Agli inizi, Diva Futura ha portato in auge ragazze all’apparenza “della porta accanto ” come Ilona e Moana, poi diventate dive di fama mondiale “battezzando ” l’era del porno italiano. La contestuale ascesa delle tv private, fa da booster a questo “incubatore di desideri ” e le sue ragazze cominciano a volere anche altro: la Staller viene eletta in Parlamento con il Partito dell’Amore e la Pozzi si candida più volte a Sindaco di Roma. Purtroppo, però, non hanno fatto i conti con la realtà e scoprono sulla loro pelle quanto per gli italiani siano solo dei corpi senza alcun cervello.

A tutto ciò si affiancano le vicende personali dei protagonisti: Schicchi è stato per 18 anni con la Staller, senza rendere pubblica la relazione (avrebbe forse reso meno “appetibile ” Ilona) e in seguito ha sposato Eva Henger, da cui ha avuto 2 figli. Ed è proprio il vissuto personale a rendere meno banale il film, contrapponendo la realtà (gelosie e necessità familiari che trascendono la sfera professionale) alla fiction, alla fine odiata e ripudiata. Film delicato e mai giudicante, Diva Futura ha il pregio far riflettere sull’industria del cinema hard tricolore e sulle sue origini.