Il Vocabolario Treccani definisce così Antropocene: “Termine divulgato dal Premio Nobel per la chimica atmosferica Paul Crutzen, per definire l’epoca geologica in cui l’ambiente terrestre, inteso come l’insieme delle caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche in cui si svolge ed evolve la vita, è fortemente condizionato a scala sia locale sia globale dagli effetti dell’azione umana”.

Architettura Design, 2016

Ebbene sì. Nel suo cortocircuito disgustosamente orrorifico e gradevolmente estetico fra memento mori e vanitas, l’iperrealismo ultra raffinato di Giampaolo Bertozzi e di Stefano Dal Monte Casoni non poteva trovare terreno più fertile proprio nell’Antropocene, vocabolo che aderisce come un guanto alle loro ceramiche policrome declinando una “epopea del trash” che dalla deperibilità (tra)passa all’eternità auto-proclamandosi icona.

Antropocene, per chiudere come si suol dire il cerchio, è intitolata la mostra che a Trento inscena – riflettendo di mutamenti climatici, migrazioni, consumismo selvaggio e distruzione della biodiversità – tutto l’immondezzaio possibile distribuendolo tra fiori, animali ed elementi sparsi del nostro vissuto quotidiano, che d’emblée rinascono da plumbee nature morte dopo essere stati smembrati e ricomposti con quell’encomiabile gusto estetico che contraddistingue i 2 destabilizzanti ceramisti: quello di Borgo Tossignano, Bologna (Bertozzi) e quello di Lugo di Romagna, Ravenna (Casoni).

Cestino della discordia, 2021

Qui, antropocenicamente, sfila gran parte dei loro pezzi forti: dalla Brillo Box di warholiana memoria tramutata in “sgarrupata” cuccia per cani destinata a ospitare un nobile setter inglese, con la ceramica ad assumere le sembianze del cartone ondulato; al Cestino della discordia, che tracima pattume sopraffatto da bavose lumache; dalla venefica apologia del liquame (Terra!), alle pile di stoviglie che “insozzano” Avanzi, Sparecchiatura di giugno e Minimi avanzi (Ridotto al minimo); da una Architettura design che sovrappone un vecchio libro di cottage inglesi a un catalogo di Frank Lloyd Wright, pagine sgualcite, mozziconi di sigaretta, carte da gioco consunte, arachidi e biscotti inzuppati di caffè, all’algida perfezione del Bel Paese con l’iconica lampada Eclisse appoggiata sopra uno sgabello “customizzato” dalla persuasiva pubblicità del celebre formaggio.

Terra!, 2019

Arricchiscono oltremodo questa wunderkammer del trash 4 sezioni monografiche che vedono B&C dialogare/confrontarsi con un’accurata selezione di opere di Lucio Fontana e Fausto Melotti (la ceramica intesa come medium), Giorgio Morandi (i 2 artisti dedicano al pittore un ciclo di opere), Thomas Demand e Clegg & Guttmann (la fotografia come scampolo della realtà di tutti i giorni) e Adalberto Libera (all’architetto trentino, esponente del Razionalismo Italiano, B&C dedicano 2 lavori site-specific).

Bertozzi & Casoni
Antropocene
Fino al 5 giugno 2022, Galleria Civica, via Belenzani 44, Trento
tel. 0461985511

Bel Paese, 2010
Courtesy Bertozzi & Casoni