È un capolavoro che non si discute Electric Guitarist di John McLaughlin, registrato ai Sound Mixer Studios di New York e ai Devonshire Studios di Los Angeles. Un album che se venisse inciso oggi lo definiremmo “di duetti”, tanto è nutrita la pattuglia di talenti in azione; ma soprattutto perché in ogni brano il chitarrista britannico si misura direttamente interfacciandosi con un altro grandissimo strumentista.
Il prologo è affidato a New York On My Mind, che lo vede dialogare cerebralmente ed elegantemente con il violino di Jerry Goodman, quindi si prosegue con Friendship dove la personalità e lo stile chitarristico di Carlos Santana indirizzano l’atmosfera verso suoni schiettamente latini rinverdendo idealmente i fasti di Love Devotion Surrender, griffato nel 1972 Carlos Santana/Mahavishnu John McLaughlin e dedicato al grande sassofonista John Coltrane. La prima facciata si conclude con Every Tear From Every Eye, in cui è il raffinato e tagliente sax alto di David Sanborn a spadroneggiare dialogando impeccabilmente con la chitarra di John.
E che lo spirito coltraniano si rimaterializzi nella seconda parte dell’ellepì lo si evince dal titolo Do You Hear The Voices That You Left Behind? e da un torrenziale – oserei dire “illegale” – assolo chitarristico al quale si contrappone una cascata di suoni prodotti al piano elettrico da Chick Corea. Il tutto sostenuto dalla sontuosa sezione ritmica di Stanley Clarke al basso e Jack DeJohnette alla batteria.
L’epilogo è affidato a 3 gioielli: Are You The One? Are You The One?, funk abrasivo con il triangolo chitarra + talk box di John McLaughlin, batteria di Tony Williams e basso di Jack Bruce (ex Cream); Phenomenon: Compulsion, duetto starring McLaughlin che le dà di santa ragione – ricambiato con gli interessi – a Billy Cobham, a suon di colpi proibiti fra chitarra e batteria; My Foolish Heart, il jazz standard del 1949 composto da Victor Young e Ned Washington, chitarristicamente eseguito in solitaria.
Electric Guitarist non è solo un’enciclopedia del jazz, ma della musica tutta: ogni brano uno stile diverso, un unico filo conduttore, grande musica per intenditori.
Johnny McLaughlin, Electric Guitarist (1978, Columbia)
Foto: John McLaughlin e Carlos Santana