“Abbiamo sempre visto nostro padre creare mondi e galassie, invitare artisti e autori, designer e architetti, mettere in connessione persone. Lo ha fatto per curiosità, per creare ponti e cortocircuiti, per simpatia, per istinto, per umana vicinanza o per lontananza, per affinità o diversità. Un patchwork infinito e vitale, un caleidoscopio perpetuo, nella visione utopica di un paesaggio mentale e psichico, il più ampio possibile, ossigenato dai più diversi modi di espressione creativa, compresa la sua”.
Così hanno modo di annotare Elisa e Fulvia, figlie dell’architetto, designer e artista Alessandro Mendini (1931-2019), a proposito della mostra In the Garden of Eden – sottotitolata A landscape of things with Alessandro Mendini and friends – che si sta svolgendo a Milano presso la galleria Antonio Colombo Arte Contemporanea.
Occhiomagico, Teoria delle due ombre (Modulando), 1983-2021
Un tripudio di quadri, disegni, sculture, ceramiche, vetri, mobili e oggetti che testimonia quanto l’altruismo, la condivisione, l’inesauribile voglia di lavorare in equipe con altri artisti, architetti, designer, artigiani, musicisti, illustratori e scrittori abbiano scandito pensieri, parole e opere del fondatore (nel 1989, insieme al fratello Francesco) dell’Atelier Mendini; dell’inventore, nel 1978, dell’iconica Poltrona di Proust; del creatore, anno 2003, del 1° e unico selfie del design mondiale: il cavatappi Alessandro M per Alessi; dello stratega architettonico del Groninger Museum nei Paesi Bassi e della Torre Civica (o dell’Orologio) di Gibellina, provincia di Trapani.
Nel 1994 dell’inaugurazione museale a Groningen, si contavano all’incirca 800 collaborazioni mendiniane, dalla A di Andrea Bolocan nella Nizzoli Associati, alla T di Oscar Tusquets per Casa Bisazza, destinate a moltiplicarsi negli anni successivi alimentando, ogni volta, piccole e grandi rivoluzioni estetiche.
Mimmo Paladino, Parade, 2015
L’idea di questa mostra viene abbozzata alcuni anni fa, nel momento in cui Antonio Colombo ne parla a Mendini. Ma è solo all’indomani della sua morte che il progetto inizia a prendere forma: “Colombo ci ha chiesto di mettere insieme un piccolo numero di artisti”, annotano ancora Elisa e Fulvia, “partendo da quell’area culturale degli anni 70, 80 e 90, che potesse creare un clima di amicizia e di affinità artistica, anche con la sua storia di gallerista, collezionista e industriale. L’abbiamo fatto con la cura di Stefano Casciani, amico di tanti anni”.
Che a sua volta scrive: “Conforta sapere che forse da lassù Alessandro si sporga ancora un pochino tra le nuvole per vedere meglio – col suo sguardo di occhi grandi come quelli di un idolo arcaico e buono – cos’hanno combinato stavolta un bel po’ dei suoi cari amici e amiche, sodali e compagni e compagne di strada nel design, nell’architettura e nell’arte”.
Anna Gili, Abito Sonoro, 1984
In rigoroso ordine alfabetico, partecipano alla festa Vincent Beaurin, Massimo Caiazzo, Arduino Cantafora, Stefano Casciani, Carla Ceccariglia, Pierre Charpin, Riccardo Dalisi, Michele De Lucchi, Massimo Giacon, Anna Gili, Bruno Gregory, Alessandro Guerriero, Maria Christina Hamel, Jaime Hayon, Dorota Koziara, Alex Mocika, Occhio Magico, Mimmo Paladino, Franco Raggi, Karim Rashid, Studio Job e Oscar Tusquets.
Karim Rashid, Korpus Cabinet, 2021
“Il risultato creativo che un gruppo produce è superiore alla somma numerica dei singoli contributi. Questo è il mistero, il miracolo del gruppo che mi ha sempre attirato e sedotto”. Visitando questo Paradiso Terrestre (che compare anche in 1 dei diagrammi filosofici del designer) scoprirete quanto il Teorema di Mendini non sia un’astrazione bensì un’opera d’arte. Totale.
In the Garden of Eden
A landscape of things with Alessandro Mendini and friends
Fino al 26 marzo 2022, Antonio Colombo Arte Contemporanea, via Solferino 44, Milano
tel. 0229060171
Massimo Giacon