Sembra quasi incredibile, ma negli Anni ‘50 la pubblicità non si muoveva. Se ne stava statica e seriosa, solo nelle pagine di giornali e rotocalchi. Questo almeno fino al 3 febbraio 1957: giorno storico, destinato a cambiare i costumi degli italiani. La decisione della RAI di far entrare trionfalmente la pubblicità negli schermi televisivi, coinvolse in una frenetica stagione creativa agenzie pubblicitarie, attori, registi e specialisti del cinema d’animazione. Era la rivoluzione chiamata Carosello. Già dalla sigla firmata da Luciano Emmer e dalla sua musichetta accattivante (la versione strumentale di una tarantella napoletana dell’800, intitolata Pagliaccio), si poteva capire che al servizio di un pubblico ingenuo e pieno di desideri si stava muovendo un esercito di grandi professionisti. Era il debutto del “boom economico” e quei pochi minuti di microspettacoli pubblicitari erano destinati a diventarne l’autentica bandiera. Per molti anni, Carosello sarebbe rimasto fra i programmi più amati dalle famiglie italiane: la celeberrima frase «… e dopo Carosello tutti a nanna!», testimoniava innanzitutto l’entusiasmo dei bambini che forse in quel programma sempre veloce e divertente intravedevano qualcosa del loro futuro. Non a caso, i bimbi di allora sarebbero diventati i giovani adulti di un’epoca nuova per il nostro Paese; un’epoca all’insegna del consumismo, ma anche della creatività e della contestazione.
La galleria di personaggi che sono entrati nella memoria dei telespettatori è diventata materia di studio per sociologi e linguisti. Molti davvero indimenticabili a partire da Calimero, il pulcino nero che veniva lavato col detersivo della Mira Lanza, mentre Carmencita si occupava del caffè Lavazza, l’omino coi baffi della caffettiera Bialetti e Topo Gigiodei biscotti Pavesini. Poi c’era chi sorseggiava un aperitivo a base di carciofo “contro il logorio della vita moderna”; il commissario che non aveva mai usato la brillantina; la bellissima attrice (Virna Lisi) che “con quella bocca può dire ciò che vuole” e quei vecchi e rispettabili teatranti che brindavano “fin dai tempi dei garibaldini”… Che fossero cartoni animati o attori in carne ed ossa, sono i personaggi ad aver conquistato il pubblico. Ma dietro di loro c’era un’ondata di creatività irripetibile: dagli specialisti delle agenzie pubblicitarie, ai professionisti del mondo dello spettacolo che sono stati coinvolti in questa sfida che era anche “divertissement” oltre che lauto guadagno con poca fatica. Gli attori, che ne riscuotevano immediata popolarità, facevano un gioco scoperto. Molto più nascosti operavano i registi: Federico Fellini, Pier Paolo Pasolini, Ugo Gregoretti, Ermanno Olmi, Sergio Leone, Pupi Avati e tanti altri ancora. Infine, i responsabili degli studi che ideavano gli spot d’animazione: Armando Testa, Osvaldo Cavandoli, Paul Campani, Guido De Maria, Gino e Roberto Gavioli, Nino e Toni Pagot, etc. Un mondo davvero variopinto per una Tv ancora in bianco e nero; ma soprattutto una febbre di creatività che nessuno può ritrovare nella pubblicità televisiva dei nostri giorni. Il boom è molto lontano, ormai…
Carosello dà i numeri

