Al suo 2° film dopo Der Architekt, la regista tedesca Ina Weisse dà vita a L’audizione, ambientato nel mondo della musica classica e orchestrale. La storia è quella di Anna Bronsky (interpretata da Nina Hoss, musa della new wave tedesca), insegnante di violino in un liceo berlinese sposata con il liutaio Philippe (un bravissimo Simon Abkarian). Il loro figlio di 10 anni, Jonas (Serafin Mishiev), frequenta il medesimo liceo.
Nina Hoss
È una donna molto esigente, Anna, anzitutto con sé stessa. Ma ipercritica e quasi maniacale quando si tratta di musica. Era stata una brillante violinista, prima che un problema di salute la costringesse ad abbandonare la musica suonata per dedicarsi all’insegnamento. Il rapporto con i suoi genitori sembra limitarsi all’accudimento, al punto che solo l’educazione e i costrutti sociali la costringono alle visite settimanali a casa del padre.
Per quanto riguarda il matrimonio, invece, scorgiamo crepe dietro l’apparenza felice di Anna e Philippe, ancora innamorati ma piuttosto instabili. Lui la guarda con quell’amore profondo, fatto di comprensione e di reciproca sopportazione, che contraddistingue le coppie di lungo corso. Probabilmente è a conoscenza di Christian (Jens Albinus), l’amante di Anna, ma ciò non sembra rappresentare un problema. L’unico punto di scontro è Jonas, che lei vorrebbe violinista virtuoso e che invece si ribella alle imposizioni e al suo brutto carattere.
La protagonista e Jens Albinus
In questo equilibrio precario si inseriscono le classiche 2 gocce che faranno traboccare il vaso: l’arrivo a scuola di Alexander (Ilja Monti), a giudizio di Anna violinista assai promettente; e un concerto che Christian la convince a tenere. Contro il parere di altri suoi colleghi, lei sceglie di seguire Alexander per il saggio di fine anno. All’inizio è entusiasta di quel ragazzino che s’impegna molto pur di assecondarla; ma mentre è concentrata sul risultato finale, il concerto si avvicina senza la certezza che Alexander sia in grado di esibirsi.
In più, Anna si carica addosso un ulteriore stress quando decide di esibirsi con un quintetto: durante il concerto le sfugge dalle dita l’archetto del violino, si vergogna tremendamente e il suo mondo – sicuro seppure imperfetto – sembra frantumarsi rovinando per sempre la sua esistenza e quella dei suoi interlocutori.
«Quando sei troppo esigente con te stessa, diventi vulnerabile perché sai che nessuno potrà mai liberarti dal tuo dubbio», spiega la regista. «Anna è convinta che tutto debba essere subordinato alla musica e ciò la sottopone a una pressione tremenda, destinata ad aumentare dopo il fallimento con il quintetto quando spinge il suo allievo a prestazioni eccezionali. Quello che conta, per lei, è il ragazzo. Ma alla fine anche sé stessa».
Oltre a essere un viaggio nei tormenti dell’animo umano, L’audizione sancisce quanto sia massacrante e marziale il mondo della musica classica, dove l’unica cosa che conta è la perfezione assoluta. Da raggiungere, costi quel che costi, attraverso prove strazianti e interminabili.