Era il 1996 e io, felice, non avevo ancora compiuto 20 anni. Wes Craven (1939-2015) dirigeva Scream, Drew Barrymore riusciva a morire nei primi 10 minuti e il mondo dell’horror era destinato a cambiare. Grazie al suo mix di paura, mistero e satira, Scream registrava 1 dei maggiori incassi di quell’anno. Da quel film sono nati 4 sequel (non tutti riusciti, diciamolo) e 1 franchising con protagonista Ghostface, Craven li ha girati tutti e Scream 4 (2011) rimane il suo ultimo film.

Neve Campbell

A quel punto la saga ha avuto vita dura: sia per lo scarso successo dei sequel, sia per il fatto di essere legata alla Weinstein Company, chiusa dopo le accuse di molestie sessuali a carico di Harvey Weinstein. I fan si stavano ormai rassegnando, senonchè nel 2019 lo Spyglass Entertainment Group ne ha acquisiti i diritti annunciando il 5° seguito, con Kevin Williamson (autore del soggetto originale insieme a Craven) produttore esecutivo. Ed eccoci al nuovo Scream, con i registi Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett che riportano in vita Ghostface, nonché i protagonisti del 1° intreccio ai quali si aggiungono vittime fresche per lo spietato killer.

Ritroviamo Neve Campbell nel ruolo di Sidney Prescott, David Arquette (l’ex vicesceriffo Linus Riley), Courteney Cox (la giornalista Gale Weathers) e Marley Shelton (Judy Hicks), affiancati da Melissa Barrera e Jenna Ortega (che interpretano Samantha e Tara Carpenter), Jack Quaid (Richie Kirsh), Dylan Minnette (Wes Hicks), Mason Gooding (Chad Meeks), Kyle Gallner (Vince Schneider), Jasmin Savoy Brown (Mindy Meeks), Mikey Madison (Amber Freeman) e Sonia Ben Ammar (Liv McKenzie).

Jenna Ortega

La trama la conoscono anche i muri: un omicida psicopatico si aggira per la cittadina di Woodsboro indossando una maschera di Halloween (nota come Ghostface) e uccidendo giovani studenti non prima di averli stalkerizzati formulando quiz telefonici sui film dell’orrore. Tutto ha inizio con una telefonata a Tara Carpenter (non penso che il cognome sia stato scelto a caso, miei cari amanti del genere) e avrà fine solo quando Ghostface lo deciderà. La paura c’è tutta – jumpscares e sangue a fiumi aiutano – e Scream non è affatto banale, sebbene sia identico da 20 anni e nell’immaginario collettivo sia ormai assimilabile ai vari, parodistici Scary Movie.

È sempre stato un horror che parla di horror e anche questo capitolo non delude grazie a citazioni azzeccate (Psycho è una di queste) e a dialoghi solo all’apparenza banali (i ragazzi discutono spesso di come dovrebbe essere un film dell’orrore per funzionare davvero). Ci sono ad esempio i gemelli, nipoti di una delle vittime del 1° film, che per rilassarsi guardano le immagini dell’assassinio dello zio. Insomma, al posto di ingenui fan dell’orrore ci sono ragazzini cui nulla, o quasi, fa paura. In più, le vittime hanno un cellulare sempre in mano (per chiamare la polizia, gli amici, i soccorsi e grazie al quale barare i quiz malati sui film), le misure di sicurezza non sono più quelle di 20 anni fa e di conseguenza è tutto più difficile per un povero assassino.

Quella del serial killer (ma anche dei registi) sembra quasi nostalgia che lo spinge a uccidere per attirare di nuovo a Woodsboro i protagonisti del 1° Scream. C’è poi una critica esplicita agli horror moderni, fatti di sequel senza senso che allontanano gli appassionati dagli schermi, con l’assassino che sciorina alle malcapitate vittime come dovrebbe essere un vero film dell’orrore. Efferato e pieno di sangue, Scream ribalta i canoni classici del genere: l’assassino colpisce indistintamente di notte e di giorno, non ha paura di essere “beccato” e ingaggia con le vittime feroci lotte da cui spesso ne esce sconfitto non avendo alcun potere soprannaturale. Il suo segreto? Sta tutto nella maschera, che nonostante le parodie e gli anni trascorsi funziona ancora bene incutendo terrore (mentre accoltella una povera madre) anche in pieno giorno su un prato all’inglese ben curato. Ghostface, insomma, fa paura ed è esilarante come la prima volta. Peccato non avere più 20 anni.