Nella California dei primi Anni ‘40 (carica di apocalittiche paure) si aggira un alieno. Si fa chiamare Man Ray e ha impazzato per un paio di decenni negli ambienti artistici di New York e Parigi sperimentando le tecniche più varie e dedicandosi con massima originalità alla fotografia. È considerato uno dei migliori interpreti della poetica surrealista, ha partecipato a molte battaglie culturali con ogni sorta di oggetti metaforici e si è spostato da poco a Los Angeles augurandosi di trovarvi un luogo lontano dagli orrori della guerra. Ma viene quasi subito deluso: anche lì, a pochi passi dalla fabbrica dei sogni hollywoodiani, si sprofonda nel pieno di un incubo che ormai è diventato planetario. Così, il nostro alieno si fa conquistare dall’idea di un romanzo, in cui il protagonista Robor si aggira (come lui) in una metropoli immaginaria facendo incontri e osservando cose poco comprensibili: si addentra in un café, poi in un night popolato da donne nude, incontra una coppia china su una scacchiera (forse lo stesso Man Ray e il suo amico Marcel Duchamp?). È in buona sostanza un eroe smarrito e in un certo senso intossicato dal suo stesso temperamento visionario, mentre il mondo che lo circonda gli invia confusi segnali di terrore e di speranza, come può accadere quando si attraversa un particolare momento storico in cui tutti si augurano di uscire al più presto da una guerra mondiale.

1944 è un romanzo incompleto sia nella parte iniziale (qualcuno strappò le prime pagine della versione inglese dopo la morte dell’artista), sia in quella finale (l’intreccio s’interrompe all’improvviso senza una conclusione) che l’autore (al secolo Emmanuel Radnitzsky, nato a Philadelphia nel 1890 e scomparso a Parigi nel 1976) non porterà mai a compimento lasciando sulla prima pagina una grossa macchia d’inchiostro nero, a scandire l’origine da cui scaturiscono tutte le parole del testo. Tuttavia, come osserva Janus (fra i critici che hanno maggiormente approfondito l’enigma Man Ray), quest’opera incompiuta e perciò affascinante che l’editore Carlo Cambi ha ristampato arricchendola con le copie anastatiche degli appunti originali, «tocca alcuni punti importanti della sua poetica… l’ipotesi di una città futura, d’una città del sole perennemente inondata di luce e di colori…».

Man Ray, 1944, Carlo Cambi Editore, 184 pagine, € 20

Foto: Before & After, 1943, Courtesy Fondazione Marconi
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