«Quando la Royal Danish Library mi ha contattato con l’idea di un’esposizione, ero riluttante a farmi coinvolgere. Per mia natura non sono nostalgico, né voglioso d’intraprendere viaggi lungo Memory Lane. Ma il team della biblioteca – gente seria – mi ha attratto a tal punto da convincermi a creare una mostra audace, con i piedi ben radicati nel passato e al tempo stesso protesi verso un futuro incerto, capace di raccontare la natura fragile e vulnerabile dell’identità».

Nick Cave, © Gosha Rubchinskiy

La mostra, opera d’arte in sé, s’intitola Stranger Than Kindness. L’identità, avviluppo di biografico, autobiografico e finzione, è quella di Nick Cave e si dipana dall’infanzia negli anni 60 in quel di Wangaratta, Australia, si sofferma sulle prime band – The Boys Next Door e The Birthday Party – focalizza il trasferimento a Berlino e poi a Londra, sottolinea la continua evoluzione di Nick Cave and the Bad Seeds fino all’ultima fatica discografica, Ghosteen del 2019.

Sguardo senza precedenti sul pubblico e sul privato del sulfureo singer-songwriter, oltre a raccogliere 300 e più oggetti fra bozze, opere d’arte, manoscritti, diari, fotografie, video, istantanee porno, stampe lenticolari, santini religiosi e molto altro ancora, The Nick Cave Exhibition mette in scena installazioni che consentono di “abitare” i pensieri e il processo creativo caveiani: come il soundscape di 800 metri quadri progettato e realizzato insieme a Warren Ellis, collaboratore musicale di lunga data, che supporta e contrappone lo storytelling nelle 8 sale espositive, nonché i 2 lavori creati con i filmmaker Iain Forsyth e Jane Pollard, autori del notevolissimo docufilm intitolato 20,000 Days on Earth (2014).

Cosicchè si è invogliati per così dire a “pedinare” le varie fasi della carriera di Cave; ad approfondirne il più possibile temi e metodologie di lavoro; a rintracciarne le fonti ispirative. E dietro a ogni singola opera tangibilmente fisica, dove spazio e design si esprimono all’unisono, c’è un processo artistico ricco di fascino, spesso non destinato alla vista del pubblico e perciò inedito.

Per Nick Cave è basilare la connessione tra visivo e narrativo (immagini fatte di sangue, capelli, colla) che spesso si è rivelata il trampolino di lancio delle sue composizioni. «Ciò che avrete modo di vedere in Stranger Than Kindness», tiene a precisare lui, «vive nell’intricato universo che ho costruito attorno a ogni brano, libro, sceneggiatura, colonna sonora. È il materiale che dà alla luce e nutre questa mostra fatta anche di cose che considero “periferiche”; di informazioni tangenziali e maniacali come disegni, mappe, elenchi, scarabocchi… Proprietà segrete e informi che hanno contribuito alla mia identità di artista».

© Anders Sune Berg

Stranger Than Kindness: The Nick Cave Exhibition
Fino al 13 febbraio 2021, The Black Diamond – Royal Danish Library, Søren Kierkegaards Plads, Copenhagen
tel. 0045-3-3474747