Ogni appuntamento con il vino è sempre diverso: il terroir, il produttore, le storie, gli assaggi…  E le diversità, spesso, riservano nuove emozioni. Stavolta, un po’ più curioso del solito, non ero in vigna ma all’Hotel Principe di Savoia, a Milano, pronto per un assaggio molto particolare e unico. Il produttore in questione è un’italiano: Alberto Massucco. Fin qui tutto nella norma, se non stessimo parlando di Champagne!

Dalla passione possono nascere storie incredibili. Imprenditore piemontese nel settore metalmeccanico, amante del vino al punto da diventare importatore e selezionatore di Champagne per l’Italia, Alberto la Champagne non solo la rappresenta nel suo Paese, ma la vive. Forse già nei suoi primi viaggi, questa folle idea si stava muovendo sinuosa e seducente nella sua mente. Poi, quando l’estro imprenditoriale italiano ha incontrato la magia e l’esperienza di 1 fra i più grandi vignerons della Champagne, non solo è nata un’amicizia ma il coronamento di un sogno.

Alberto Massucco

Nel 2018, infatti, Alberto Massucco ed Erick de Sousa iniziano una preziosa collaborazione che porterà all’uscita dei primi Champagne nati da vigne di proprietà di un produttore italiano.
 Siamo ad Avize, nel cuore della Cotè de Blancs, patria dello Chardonnay e casa di Erick, vigneron della Champagne. Sono bollicine piene di emozioni quelle che nascono dalle sue terre, dalle sue vigne e dalle sue mani. Erick segue la linea di produzione della cantina di Alberto e trasforma la sua passione in  Champagne di grande finezza ed equilibrio: come se traducesse e interpretasse le visioni di Alberto.

Ecco perchè ero così curioso! Gli Champagne che ho avuto modo di assaggiare – Cuvée Mirede, Mon Idée de Cramant, Millésime 2018 Alberto, AMC 00 e AMC 02 – si sono rivelati al di sopra delle mie aspettative. Non credevo fossero già così pronti, puliti, eleganti. La prima vendemmia, la prima sboccatura, la prima uscita… Sarà forse la magia di questa amicizia?

Champagne, dove lo Chardonnay esprime tutta la sua eleganza e persistenza, grandi acidità e valorizzazione delle note sapide con bassi dosaggi che se non ricordo male non superavano i 2g/L. Notevole piacevolezza nella bevuta, che non delude le attese di un terroir unico e di un produttore che non ha certo bisogno di presentazioni.

Erick de Sousa

Oltre alla selezione di piccoli vignerons della Champagne, presenti in molti grandi ristoranti italiani, Alberto è riuscito a trasformare il suo desiderio in realtà. Naturalmente in tanti lo stimano e in parecchi lo invidiano. Questi ultimi, allora, come hanno accolto la notizia di un produttore italiano “infiltrato” nella loro Champagne? Alberto mi ha rivelato, con un sorriso di soddisfazione sulle labbra, che all’inizio erano tutti un po’ scettici, ma assai curiosi. E lo hanno accolto come uno di loro: non solo per la presenza di Erick, ma perchè sapevano che amava la loro terra, amava il loro vino, che ci avrebbe messo il cuore.

Quello che ho percepito da questi assaggi è una storia bellissima che ha dato vita a Champagne destinati a far parlare di sé. Purtroppo Erick, il grande maestro, è venuto a mancare all’inizio di quest’anno lasciando un’eredità davvero unica nella Champagne. E questa splendida amicizia? La ritroverete nei vini di Alberto Massucco. Perchè il vino non è mai solo vino…

(Luca Beretta è il maître-sommelier del Particolare Milano)